06 gennaio 2018

I Beatles, creatori e nemesi dei generi e delle etichette

Beatles genere
Blues, rock, beat, pop, hard rock, psichedelia, pop art e beat generation
si incrociano e si fondono durante i sette intensi anni di vita dei Beatles. Vediamo di scoprire come.

Negli anni '50 la programmazione delle radio era caratterizzata da garbati brani melodici, genere preferito dagli adulti. I ragazzini di quel decennio, compresi i nostri quattro protagonisti, ascoltavano invece il blues e l'R&B; i loro idoli erano Chuck Berry e Little Richard. Erano i brani di questi artisti che i futuri Beatles suonavano per gli amici e nelle loro prime formazioni. Inevitabile quindi che quando John e Paul iniziarono a scrivere pezzi loro, questi avessero forti radici blues, mentre altri erano decisamente più rock (si sa che anche Buddy Holly e Elvis Presley fossero dei loro miti), e il blues è rintracciabile negli album dei Fab Four fino al termine della loro carriera.

Il blues e il rock fornirono la base, ma all'inizio il produttore George Martin premeva affinché i Beatles suonassero anche pezzi romantici e cover, come si usava all'epoca. Da questa miscela musicale, e da una voglia di sperimentare che li accompagnerà fino alla fine, nascerà il loro personalissimo e inconfondibile sound, che si inserirà nella corrente da cui prendono il nome: il beat.

E il pop? Si potrebbe dire che il pop moderno nacque con i Beatles, e in un certo senso la loro multiforme produzione può rientrare tutta sotto il nome di popular music. Da un altro punto di vista il pop come lo conosciamo oggi identifica la musica successiva alla band, mentre loro sono un unicum difficilmente classificabile sotto un solo nome. Troppe etichette è uguale a nessuna etichetta. Cosa voglio dire con questo? Semplice, che il loro bisogno di sperimentare in continuazione li portò a superare il concetto stesso di genere musicale, e senza direttamente volerlo ad inventare nuovi generi. È riconosciuto come dalla McCartneyana "Helter Skelter" sia nato l'hard rock, e dagli ultimi pezzi di Harrison con la band ("Here comes the sun", "Something" e altre) e dalla reciproca influenza tra George ed Eric Clapton sia nato il pop anni '70. Per non parlare di "Tomorrow never knows" (scritta da Lennon), primo esempio di musica psichedelica, e di "Revolution 9" (sempre di John) dalla quale nacque un nuovo modo di fare musica, attraverso nastri e campionamenti invece che con gli strumenti musicali. E infine, forzando un po' la mano, non vi sembra che l'approccio vocale di Lennon in alcune canzoni (ad esempio "Come together"), più parlato che cantato, anticipi il rap?

Finora abbiamo parlato delle canzoni dei Beatles, ma loro come persone? In che genere rientravano? Sicuramente e decisamente pop per il loro stare al centro della scena, adorati dalla folla, e per il loro inventare continuamente nuovi modi per rimanervi e farsi notare. Per non parlare dell'allegria delle loro canzoni, dei colori nei video o del loro abbigliamento, chiaramente pop.

E la beat generation? Che cosa c'entra con tutto ciò? Poco, a parte l'assonanza tra i nomi. Certamente i Beatles insegnarono ai giovani di tutto il mondo che questi avevano il potere di cambiare le cose, e che il mondo era nelle loro mani e non in quelle dei loro genitori, idee alla base del movimento dei figli dei fiori. Ma questi ragazzi americani ascoltavano Jimi Hendrix, Janis Joplin e i Creedence Clearwater Revival, e non i quattro di Liverpool. Possiamo concludere dicendo che i Beatles non salirono sul palco di Woodstock, né fisicamente, né metaforicamente.

Articolo originale pubblicato il 08/08/2017

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