26 marzo 2006

Jack Shadow



È una gelida notte in un buio quartiere di New York; le sfavillanti luci del centro, regno degli affari e dell'opulenza della classe borghese, sono lontane dalla miseria e dalla disperazione di questo posto. Rannicchiata nel suo cappotto, una ragazza percorre velocemente un vicolo con la mente lontana dalla realtà, forse sognando la vita del centro. Ma a un tratto un'ombra da un angolo buio si getta su di lei; pochi istanti dopo la vita, e con lei i sogni della ragazza sono fuggiti, lasciando a terra solo un corpo sfigurato e coperto di sangue.

Il giorno dopo alla centrale di polizia, il tenente Smith si reca nell'ufficio del suo superiore, il capitano Corgan.
"Capitano, mi scusi, mi hanno appena telefonato: ieri sera è successa una cosa strana in Oakland Street."
"Che c'è, Smith?"
"Stamattina due dei nostri agenti hanno trovato lì una ragazza morta ..."
"E allora? Siamo a New York, questa è normale amministrazione. Rifila questo caso a qualche pivellino come te, una ragazza violentata e uccisa non è abbastanza per venire a disturbarmi!"
"È appunto questo il problema ... la ragazza non è stata violentata. La scientifica ha appena cominciato con l'autopsia, ma il dott. Morton ha detto che si può già escludere che sia stata violentata ... e che considerando quel che resta del cadavere sarà difficile scoprire qualcos'altro."
"Cosa vuol dire ‘quel che resta’?"
"Il cadavere risulta ... sbranato."
"E che significa ‘sbranato’? Smith, esprimiti!"
"Proprio sbranato, capitano. Anche il dott. Morton ha usato questo termine, ‘sbranato’."
“Sbranato ... che morte orribile, comunque sarà stata una bestia fuggita da uno zoo o qualcosa di simile. Telefona a tutti i parchi della città e domanda se l'hanno persa loro, io intanto autorizzo una caccia grossa nella zona."
"Subito capitano."

Un paio di giorni dopo la polizia se n'è già andata e il quartiere è tornato alla squallida vita di prima. Nella notte un'auto si muove lentamente tra le sue vie; i due occupanti discutono tra loro.
"Te l'avevo detto che non dovevamo passare in questo quartiere; ora ci siamo persi e non c'è nessuno a cui chiedere informazioni."
"Si, ma se tu fossi partito prima come ti avevo detto io, non saremmo stati in ritardo e non ti avrei detto di passare in questo quartiere per risparmiare tempo. E poi..."
L'ombra sbuca nuovamente da un angolo buio e salta sul cofano dell'auto, attaccandosi al parabrezza. La sua natura è bestiale, ma la sagoma sembra umana. L'uomo e la donna urlano e lui preme il piede sull'acceleratore; spinta al massimo e con visuale ridotta a zero l'auto non può che andare a schiantarsi contro un cumulo d’immondizia a ridosso di un muro, al termine di una corsa incontrollata. Il colpo fa sbalzare l'ombra oltre il cofano, in mezzo ai rifiuti.
Lui domanda: "Co-cosa è stato?"
Lei non risponde, ma rimane con la bocca aperta e un'espressione di morte sul volto.
L'ombra salta fuori dai rifiuti e schiaccia il suo volto contro il vetro laterale dell'auto a fianco dell'uomo. I due occupanti urlano.

Il giorno dopo alla centrale, Smith torna nell'ufficio del superiore.
"Capitano?"
"Che c'è, Smith?"
"Sono stati trovati i cadaveri di due persone, sbranati come la ragazza."
"Sarà stata la stessa bestia. E quegli imbecilli dei miei uomini hanno detto che non c'era nessun'animale nella zona."
"Il fatto è che nessuno zoo ha denunciato la scomparsa di un animale feroce, solo di una scimmia ma non credo proprio che ... "
"Ma di sicuro è stata una bestia feroce, e se non proviene da uno zoo sarà fuggita da un giardino privato. Comunque questa volta voglio andare a vedere di persona."
Alcuni minuti dopo il tenente e Corgan sono nel quartiere. Il capitano domanda agli agenti che sono già sul posto: "Allora, si sa l'identità dei due?"
"Aaron Abbott, cinquantaquattro anni, commerciante, e sua moglie Wilma Zilliacus, quarantacinque."
Corgan infila la testa all'interno dell'abitacolo dell'auto, la ritrae disgustato ed esclama: "Gran brutto affare! ... Per qualche motivo i due sono finiti contro il muro e poi la bestia che voi avete detto non esistere li ha sbranati. Un banale incidente si è trasformato in tragedia ... resta ancora da stabilire come abbia fatto l'animale ad entrare nell'abitacolo, non può aver certo aperto la portiera."
"Forse l'ha aperta l'uomo per uscire a vedere i danni all'auto, e in quel momento l'animale è entrato."
"Già, possibile; ma appena avete finito qui tornate a cercare quella dannata bestia, chiaro?"

Il giorno dopo, alla centrale di polizia, Smith irrompe nell'ufficio di Corgan ed esclama: "Capitano!"
"Smith, ti sembra questo il modo di entrare nell'ufficio del tuo superiore?"
"Scusi la mia irruenza capitano, ma quello che ho da dirle impressionerà anche lei."
"Cosa c'è?"
"Sono arrivate ora le analisi fatte sul cadavere della ragazza trovata l'altro giorno, quella sbranata."
"E allora?"
Smith: " La ragazza si chiamava Barby Babbitt, ventinove anni, cameriera al Power Pub. Il dott. Morton ha detto che è morta per recisione della giugulare e che i segni lasciati dai morsi sul cadavere sono quelli di un essere umano.
"E sarebbe stato un uomo a fare questo?!"
"Il dottore ha anche detto che l'autopsia ai due coniugi dell'auto non è ancora terminata, ma che i morsi sono gli stessi."
"Ma che mondo assurdo è questo."
In quel momento squilla il telefono. Corgan risponde: "Qui è il capitano Corgan ... dannazione, arriviamo!" poi guarda il tenente e dice: "Ne ha uccisa un'altra."

"Virginia Yonge, cinquantasei anni, conosciuta nella zona come ‘La signora dei gatti’ perché portava sempre da mangiare ai randagi. Aveva un appartamento nel quartiere ma viveva con il sussidio di disoccupazione. Pare che l'ultimo animale che ha nutrito oltre alla mano e al braccio le abbia preso anche il resto del corpo." dice, ridendo, un agente sul posto.
Il capitano risponde: "Non fare lo spiritoso pivello, e piuttosto tu e gli altri tenete gli occhi bene aperti perché non è una bestia, è un uomo che dovete cercare."
"Un uomo? Sta scherzando?!"
"Io non scherzo mai. Entrate in tutte le case, controllate chi vi abita e segnalatemi ogni presenza sospetta, chiaro?"

Qualche ora dopo due poliziotti stanno salendo le scale di un decadente e squallido palazzo dicendo: "Odio questo quartiere, e ora dobbiamo pure entrare negli edifici. Cosa diavolo crederà che possiamo trovare il capo, poi."
"Ma tu ci credi che è stato un uomo a fare quel macello?"
"Il capo ha detto di cercare un uomo, e un uomo gli troveremo."
I due giungono davanti alla porta di un appartamento: "Chi abita qui?"
"Tale Chester Shadon e il figlio Jack." risponde l'altro leggendo su un elenco. L'agente bussa alla porta e nessuno risponde, bussa nuovamente e nessuno risponde; poi dice al collega: "Non c'è nessuno, andiamo." In quel momento si sente un rumore provenire dall'interno. Il poliziotto esclama: "Allora qualcuno c'è!" bussa più forte e dice ad alta voce: "Polizia, aprite! ... aprite o saremo costretti a sfondare la porta!" e poi rivolto al collega: "Sfondiamola!" Una spallata fa crollare di schianto la porta; i due agenti entrano nell'appartamento e si ritrovano in una sala che sembra abbandonata da anni: "Aah, quanto puzza questo posto ... tu vai di là e io di qua." e si dividono. Dopo qualche istante uno dei due, con gli occhi sbarrati verso il pavimento, esclama: "Miodio, Urban vieni qua!" Ma in quel momento l'assassino aggredisce l'uomo e ne ha la meglio; il suo collega accorre ma può solo vedere l'omicida chino sul corpo dell'amico alzarsi e fuggire dalla finestra: il colpo sparatogli dietro dal poliziotto con la mano troppo tremante ottiene solo l'effetto di incastonare un proiettile nel muro.

Qualche ora dopo alla centrale il capitano tiene in mano le foto dell'appartamento. Mostrano una stanza squallida: attaccate al muro ci sono delle catene e al centro, sul pavimento, due cadaveri. Uno è quello dell'agente, riverso in un lago di sangue sgorgatogli dal collo, l'altro è ormai ridotto a uno scheletro con qualche brandello di pelle ancora attaccato.
Il capitano dice: "Chester Shadon era un buon uomo, dicono i suoi vicini, ma a quanto pare aveva il brutto vizio di tenere il figlio legato al muro e di frustarlo. Gli stessi vicini affermano che dall'anno in cui morì la signora Shadon, e sono ormai passati venti anni, ogni giorno sentivano il ragazzo gridare ma non se ne preoccupavano. Intanto Jack è cresciuto e un giorno si è stufato di quella vita da bestia, ha spezzato le catene in un impeto di rabbia e si è scagliato contro il suo aguzzino. Avendo vissuto per tutto quel tempo come un animale e senza conoscere il mondo, ha aggredito e ucciso il padre come l'istinto gli ha suggerito: recidendogli la giugulare con un morso. Venendo a mancare l'uomo, Jack non aveva modo di procurarsi il cibo e così si è nutrito del corpo del padre, ma a un certo punto anche quello è finito e così lui ha pensato bene di andare a farsi una mangiata in città. In base agli elementi raccolti questa è la versione più probabile, sebbene sconcertante."
Il capitano guarda i suoi uomini e poi dice: "Jack Shadon ha venticinque anni, è alto, capelli lunghi e scuri, barba incolta, sporco ma soprattutto forte, pericoloso, affamato e intenzionato a vendicarsi del mondo intero. Agisce di notte e sempre nello stesso quartiere. Voglio uno di voi ad ogni angolo di strada, tre uomini invece devono andare ad aggiungersi agli altri due che già presidiano la casa, inoltre nessun civile deve passare in quella zona dopo le sette di sera. E tenete ben presente quanto vi ho detto prima, chiaro?"

Due giorni dopo alla centrale, Corgan chiama il tenente; questo si presenta poco dopo nel suo ufficio.
"Mi ha chiamato, capitano?"
"Sì, siediti e guarda qui." mostrando una copia di un quotidiano.
"Jack Shadon terrorizza la città, e la polizia sta a guardare."
"Chi glieli ha forniti i particolari della vicenda, eh? E poi come sarebbe a dire che stiamo a guardare, ho praticamente messo in quel quartiere tutti i miei uomini, e se loro non scoprono niente non posso fare altro che aspettare la prossima mossa di quel fottuto bastardo. Dannazione!"

Il tenente esce dalla stanza. Dopo qualche minuto Smith bussa all'ufficio del capitano, entra, si siede su di una seggiola e sospira con un'aria tra lo sconsolato e l'annoiato: "Ne ha uccisa un'altra: anche questa sbranata, di notte e in quel quartiere. E tutti i poliziotti di guardia non hanno visto niente."
"‘E tutti i poliziotti di guardia non hanno visto niente.’… Lui sa come muoversi nella notte, il buio lo protegge. Comunque la morte di questa poveretta era proprio la mossa che aspettavo e che ci porterà alla sua cattura: se Jack è un animale quanto penso, dopo aver cacciato tornerà nella sua tana, bisogna solo aspettare il calare delle tenebre."

Quella notte, infatti, il gruppo di agenti posti a guardia dell'edificio è in stato di allerta: sono stati avvisati del probabile arrivo di Shadon. E, quando le tenebre sono più fitte, lui arriva; fiuta subito l'odore nemico, ma il richiamo della tana è più forte. Egli sale allora lungo la scala di emergenza per entrare nell'appartamento e in quel momento un poliziotto lo intravede e gli spara, dopodiché grida: "E' lì, prendiamolo!"
Colto di sorpresa e ferito di striscio, Jack fugge e torna a immergersi nel buio della notte; vane sono le ricerche degli agenti.

Due giorni dopo alla centrale, il capitano convoca Smith.
"Guarda qui il titolo di questo giornale: ‘Jack Shadow colpisce ancora. Il ragazzo, che agisce di notte seguendo il suo istinto, si sta beffando ormai da settimane della polizia.’ Ti rendi conto? Abbiamo una bestia assassina che gira per la città, e per la stampa è quasi un eroe! Riuscissi solo a mettergli le mani addosso."
In quel momento squilla il telefono. Corgan risponde: "Qui è il capitano Corgan ... ho capito, arriviamo!" poi guarda Smith e dice: "E' successo qualcosa di strano, potrebbe rivelarsi un buco nell'acqua ... o potrebbe essere la fine di questa storia."

Dopo poco tempo Corgan, il tenente e il Dott. Morton sono in strada, un agente dice loro: "Stamattina mi è stata segnalata la scomparsa di una bambina, e mi sono recato subito dalla signora Cabell, la madre. Dunque: la bambina è uscita di casa come ogni giorno alle sette e quarantacinque per andare a prendere l'autobus, alla fermata a poche decine di metri da qui, per recarsi a scuola. Ma non vi è mai arrivata e così la direttrice della scuola ha telefonato alla madre, che a sua volta ci ha contattato. Dopo essermi fatto spiegare dalla donna cos'era successo, mi sono messo a cercare la bambina, e dopo alcuni minuti ho trovato il cadavere. Ho visto che era orribilmente mutilato e così ho chiamato Lei, perché mi è venuto in mente il caso a cui sta lavorando."
"Hai fatto un ottimo lavoro." risponde il capitano e poi, rivolto al medico che ha già cominciato a studiare il piccolo cadavere: "E tu hai scoperto qualcosa?"
"E' molto strano ... il corpo è praticamente intero rispetto agli altri relativi a questo caso, e poi la bambina è stata violentata."
"Cosa?"
"Si, dovrei fare un analisi più approfondita in laboratorio ma è innegabilmente stata violentata."
"Riordiniamo le idee: Jack ha ucciso una bambina fuori dal suo quartiere, non l'ha sbranata per intero ma si è limitato a qualche morso, e l'ha violentata, cosa che non ha mai fatto. Probabilmente la ferita provocatagli l'altra sera da un agente gli sanguina ancora, e il dolore lo ha fatto impazzire dalla rabbia, portandolo a una natura ancora più bestiale. Ma il fatto più importante è che invece di uccidere nel cuore della notte lo ha fatto alle otto di mattina: questo può voler dire che ha cambiato le sue abitudini, e forse che tornerà nell'appartamento questa stessa mattina. Di giorno sarà più facile catturarlo!"
Prende la radio e dice: "Sono il capitano Corgan, tutti gli agenti devono recarsi subito alla casa di Shadon: ho buoni motivi per credere che si farà vivo a minuti. Ma questa volta non dovete sparargli appena lo vedete, bisogna tendergli una trappola: cinque di voi staranno nel soggiorno dell'appartamento, gli altri in strada ma nascosti e a debita distanza dall'edificio, perché non deve scorgervi. Quando lo vedrete entrare dalla finestra, quelli in strada lo seguiranno per la scala antincendio, mentre quelli nell'appartamento entreranno nella stanza: si troverà così accerchiato e non avrà più una via di fuga. Mi raccomando: è un pericoloso assassino, ma è disarmato; dovete sparargli alle gambe, o domani tutta la stampa sarà contro di noi, chiaro?"

I poliziotti seguono gli ordini del capitano e cominciano ad aspettare. Ed ecco che Shadon arriva: ormai la sua natura è totalmente bestiale e la sua rabbia è così forte che lo porta a non curarsi dei pericoli che lo possono attendere. Entra nella stanza e la trappola scatta. Si trova davanti gli agenti, si volta per scappare ma ve ne sono anche alle sue spalle; si gira nuovamente e si lancia contro di loro ma questi prontamente gli sparano alle gambe, due, tre, quattro colpi e Jack crolla esanime sul pavimento. Tra gli agenti che hanno sparato c'è il capitano, che ora dice: "Presto, chiamate un'ambulanza!"
Il mezzo arriva, carica Shadon e lo porta all'ospedale dove viene operato d'urgenza.

Dopo l’operazione, Jack Shadon viene tenuto in convalescenza nella clinica per alcuni giorni e poi trasferito in un manicomio criminale.

Nei giorni seguenti in città e alla centrale di polizia torna la calma, i casi vengono chiusi e si ristabilisce la normalità.

Alcuni giorni dopo Smith riceve una telefonata; è il direttore del manicomio che dice: "Tenente, Shadon è fuggito. Ha ucciso i due infermieri che si occupavano di lui e due guardie della clinica; lo stiamo cercando anche noi, ma non abbiamo idea di dove possa essere. Tenente ... tenente, mi sta sentendo?" Smith lo sente benissimo, ma appoggia la cornetta senza dire una parola, entra nell'ufficio del capitano e dice solamente: "Jack è tornato."


FINE

19 marzo 2006

NEWS - Una mia poesia in un'antologia



La mia poesia "Ex" è stata inserita nel volume "Quando le bugie..." pubblicato da Edizioni Fruska.
"Quando le bugie..." non è una semplice raccolta di tutte le poesie partecipanti ad un concorso, ma un'antologia scelta, che viene distribuita anche nelle librerie.

NEWS - Nuovo blog Sesso in Panda



Vi annuncio la nascita del mio nuovo blog "Sesso in Panda"!
Lì troverete le mie vignette e le mie strisce umoristiche, pubblicate anche sulla fanzine AnomaliE.

Trovate il blog all'indirizzo http://sessoinpanda.blogspot.com

Oh shit!

  • Oh shit! - Prologo

  • Oh shit! - Primo giorno di shit

  • Oh shit! - Com'è difficile non fare il supereroe

  • Oh shit! - La mostra
  • 12 marzo 2006

    OH SHIT! - La mostra



    Sera, Futuro è in casa sua davanti ai libri, ma non sta studiando. Ripensa a quello che è successo negli ultimi giorni, e a come sarebbe stata più semplice la vita da supereroe. Ma poi un pensiero più deciso interrompe gli altri: “Avanti, Futuro… non puoi sempre abbatterti così! Che razza di supereroe sei! Devi riuscire a diventare un ragazzo normale... devi impegnarti e combattere per riuscirci. È forse la battaglia più dura della tua vita, e la devi vincere!… Analizziamo la situazione… devi studiare per il tema di domani, e devi farlo esattamente come i tuoi compagni di classe… pensa Futuro, pensa…” Al ragazzo vengono in mente i discorsi fatti quella mattina dai suoi compagni: “Oh, no! Un altro tema!”, “Ma chi ce la fa a studiare da oggi a domani?!”, “Io non studio, tanto è impossibile farcela!”, “Già!” Al che Futuro fa un sorriso a 365 denti e conclude: “E allora non studierò nemmeno io per domani, farò proprio come i miei compagni, e poi si vedrà.” Il ragazzo va a dormire.

    La mattina dopo, Futuro attraversa l’atrio della scuola. Nonostante sia visibilmente assonnato, arrivato a metà si accorge che qualcosa è cambiato: nella sala è infatti stata allestita una mostra sull’olocausto. Futuro pensa: “Hanno fatto bene a fare una mostra sulla shoa, così qualcuno imparerà qualcosa di utile in questa scuola, almeno si spera.” e poi si incammina verso la sua aula. Una volta in classe si siede al suo posto; pochi istanti dopo entra il prof. che distribuisce i fogli e gli insulti di rito. Futuro pensa: “Ok, io non ho studiato nulla, come tutti i miei compagni di classe, e ora vediamo che succede…” Futuro rimane così in attesa con un sorriso da ebete, ma l’unica cosa che interrompe il suo aspettare è purtroppo il suono della campanella. I ragazzi consegnano i temi al prof., il quale contraccambia con le bestemmie d’ordinanza.

    I ragazzi sono in bagno. Futuro sente che gli altri si scambiano risposte e opinioni sul tema, e allora gli domanda, spaventato quanto incredulo: “Ma… ma allora voi avete studiato?!” al che i ragazzi rispondono: “E certo che abbiamo studiato, tu no, sfigato? Siamo stati svegli tutta la notte, ma abbiamo studiato!”, “Già!” Il sangue scolora il volto di Futuro con la stessa velocità dell’acqua che esce dallo sciacquone di un water. Riesce a pensare, ma non a pronunciare un: “Oh, shit!”

    Un’ora dopo i ragazzi sono in classe. Entra il prof., al che Futuro si alza in piedi, gli dice: “Non serve che dica niente: ho preso zero e mi caccio fuori dalla porta, porcodilà, porcodiquà!” e se ne esce dall’aula.
    Camminando per i corridoi Futuro pensa: “Oh, shit! Ma come: faccio i temi da dieci e prendo zero, i temi da sei e prendo zero, i temi da zero e prendo zero! Ma come diamine si fa a sopravvivere in questo mondo di shit!”
    Ad un certo punto il suo super udito capta uno strano dialogo: “Cuompagno Putin, ti priego: lasciaci tuornare a dacia! La Mir sta cruollando a piezzi: si spiezza in due!” “Mi dispiace, cuompagno Priakof, ma in tutta la Russia nuon ci suono rubli a sufficienza per cuomperare il carburante per lo sputnik per il viaggio di rituorno!” “Ma priesidente, stiamo finendo i viveri e il calcuolatore di buordo sta già cantando ‘Giro, giro tuondo…’ ”
    Futuro si infila un dito in un orecchio e pensa: “Devo ricordarmi di regolare il super udito…” quando proprio il suo super udito capta un ancor più strano dialogo: “Accendi, così impareranno a fare una mostra sugli ebrei qui, nella nostra città!” Il ragazzo si sporge dalla finestra e vede due naziskin che stanno accendendo la miccia di una bomba posta davanti all’ingresso della scuola. Futuro pensa: “Devo subito fermarli!” Fa per lanciarsi contro di loro quando pensa: “Oh, shit! C’è il rischio che tutti mi vedano… oh, shit! Devo farlo di nuovo!” Futuro si precipita verso lo sgabuzzino della scuola, ne esce conciato da Super Mocio, vola sulla bomba, la prende e la scaglia più lontano che può.

    Intanto sulla Mir, mentre i due astronauti che sono a bordo stanno brindando con la vodka e uno di loro dice: “Brindiamo al cuompagno Putin, che truoverà sicuramente il metuodo per ripuortarci sulla Terra!”, si sente un colpo, come se qualcosa avesse urtato la Mir. Uno dei due astronauti esclama: “Cuompagno Dimitri, siamo salvi: è arrivuato il nuostro priesidente a prienderci!”
    In quel momento, sulla Terra, Futuro si getta sui due naziskin, placcandoli come se stesse giocando a rugby, e li lega. Un boato squarcia il silenzio del cortile: “La bomba!” pensa Futuro, ma è invece l’ovazione dei suoi compagni di scuola e di quelli degli istituti vicini che, affacciati sul cortile, stanno inneggiando a Super Mocio. Perplesso, e indeciso se essere felice o triste, Futuro esclama: “Oh… shit!”

    È sera su Mosca, e Putin si trova su di un prato abbracciato ad una ragazza. Ad un certo punto il presidente indica verso l’alto e dice alla sua bella: “Guarda, Natasha: una stiella cuadente!”

    FINE

    05 marzo 2006

    OH SHIT! - Com’è difficile non fare il supereroe!



    Quella sera, Futuro è in casa sua e pensa ancora: “…shit, shit, shit, shit, shit!!! … E mi ritrovo pure qui a sera tardi a dover studiare, perché quel cretino del prof. ci ha fissato un tema anche domani! Se studiassi il libro con i miei superpoteri riuscirei a saperlo a memoria in pochi secondi, ma invece io sono un idiota e allora lo voglio studiare normalmente, come fanno quei bastardi dei miei compagni di classe! Che shit che sono! … Ma cosa sto pensando: non devo mai più rinnegare il mio proposito di essere un ragazzo normale! Adesso mi metto qui e studio proprio come un ragazzo normale.” Mezzo minuto dopo Futuro pensa: “Che palle! Studiare è noiosissimo! Con i superpoteri a quest’ora avrei già imparato a memoria 10 libri, e invece non so nemmeno una parola! Bah, io non ce la faccio proprio a studiare: vado a farmi un giro!”

    Futuro cammina per la città buia e deserta, ripensando a quanto più semplice sarebbe stata la sua vita se avesse continuato a fare il supereroe. Trova una lattina di birra vuota per terra e comincia a prenderla a calci, non con rabbia ma con calma, e direi persino tristezza. Ad un certo punto un urlo proveniente da un vicolo laterale interrompe bruscamente i suoi pensieri: “Ahh! Aiuto!!!” Il ragazzo si volta verso il vicolo buio e pensa: “Oh, shit! Una donna è in pericolo, e in quanto supereroe devo correre immediatamente a salvarla! … Già, però io avevo detto che non avrei mai più fatto il supereroe… e dopotutto ora sono Goffredo Porcello, mica Futuro!” Il nostro fa per andarsene quando pensa: “Oh, shit! Al superdiavolo! Una donna è in pericolo e io devo salvarla, indipendentemente da chi io sia!” Intanto nel vicolo buio, poco distante da vicolo stretto e da vicolo corto, un uomo punta un coltello alla gola di un’anziana signora, dicendole: “Dammi i soldi, vecchia, o t’ammazzo!” Irrompe sulla scena Futuro, dicendo allo scippatore (con voce impostata): “Hey tu porco, levale le mani di dosso! Rinuncia al tuo piano criminale, o malvivente, te lo impongo nel nome della Super Legge Stellare!” L’uomo non capisce una sola parola di quello che vuole intendere il ragazzo, e quindi risponde “Porcodiquà, porcodilà!” Al che Futuro pensa: “A quanto pare in quella scuola di dizione non c’era il ‘numero chiuso’…” ma mentre il nostro fa questa riflessione sagace, lo scippatore gli da una tramvata nei denti e lo stende a terra. Mentre il ragazzo è sul sudicio asfalto che si tiene la mascella e pensa: “Ohhhh… shiiiit!!!”, l’uomo strappa la borsetta dalle mani dell’anziana, ma quando si volta il nostro è in piedi davanti a lui con la faccia di bronzo numero 75 (per le facce di bronzo dei supereroi vale la stessa considerazione fatta per i sorrisi), e questa volta è il ragazzo a stendere lo scippatore con un pugno, e a scaraventarlo a decine di metri di distanza grazie alla sua super forza. Futuro restituisce la borsetta all’anziana, ma mentre le sta domandando: “Si sente bene, Signora?” il suo super udito sente un “Wow!” pronunciato all’inizio del vicolo. Il nostro si volta e, grazie alla sua super vista, riconosce nelle due sagome che si stanno avvicinando Alex e Berto. Futuro pensa: “Oh, shit! Mi hanno visto fare il supereroe e ora che si stanno avvicinando mi riconosceranno, e la mia identità verrà scoperta… devo fare qualcosa…” Il ragazzo si guarda intorno cercando qualcosa di utile e ad un certo punto adocchia un mucchio d’immondizia lì vicino. Da questo estrae un Mocio Vileda, si mette la spazzola in testa a mo’ di parrucca, tiene l’asta in mano come uno scettro, e si arrangia uno straccio per pulire i pavimenti sulle spalle al posto del mantello. Alex e Berto ormai gli sono vicini e il primo gli dice: “Hey, ti abbiamo visto mentre salvavi la vecchiaccia e stendevi il malvivente: sei un grande, sei fichissimo!” Berto aggiunge: “Già!” Alex continua: “Sei il nostro supereroe preferito! Ma dimmi: come ti chiami?” Futuro pensa: “Oh, shit! Adesso devo inventarmi un’altra nuova identità!” e poi risponde perplesso: “Hemm… sono… Super…” Alza gli occhi, vede i fronzoli della spazzola e continua: “…Mocio!” Alex risponde: “Super Mocio? Che nome fichissimo!” al che Berto aggiunge: “Già!” Alex continua: “E dimmi, Super Mocio, ora che cosa farai? Andrai a combattere i terroristi internazionali, gli scienziati pazzi o le professoresse di matematica?” Futuro risponde, sempre più perplesso: “Hemm... ora… io… me ne vado!” E spicca il volo stagliando la sua sagoma in controluce davanti alla pallida luna, prima di scomparire nel buio e di pensare: “Oh, shit!”

    La mattina dopo sta per cominciare la prima ora, e gli studenti sono già tutti in classe perché li aspetta il tema. Futuro, con la testa stretta tra le mani e i gomiti appoggiati sul tavolo, pensa: “Oh, shit! Con quel casino che ho combinato ieri sera non ho potuto studiare per il tema di oggi. Ti prego, super divinità: fa che il prof. sia morto!” Ma il prof. non potrebbe stare meglio e in quel momento entra dalla porta, distribuisce un tema e un paio di insulti ad ogni studente, e poi si siede in cattedra a leggere il giornale. Futuro pensa: “Oh, shit! ! Non so proprio nulla! Ma questo tema non può andarmi male, o perderò del tutto la stima dei miei compagni e del professore! Sono costretto a ricorrere ai miei super poteri per compilare il questionario. Vediamo… nel tema di ieri ho preso un 2, quindi se voglio avere la media del 6 oggi devo prendere un 10. Dovrò rispondere correttamente a tutte le domande… dunque: questo è un questionario modello 58/C, la cui sequenza di risposte esatte è: F-V-F-F-V-F-V-F-F-V-V…” e si mette a compilarlo seguendo la sequenza. Mentre lo fa, pensa: “Che bello, avrò la media del 6 e i miei compagni di classe mi considereranno uno di loro, diventeremo amici! E persino il prof. mi vorrà bene!” Al termine dell’ora il prof. raccoglie i temi e dice alla classe il solito: “Porcodiquà, porcodilà! Ve li riporto corretti fra un’ora.”

    I ragazzi vanno tutti al bagno e Futuro li segue. Quando il ragazzo entra nei servizi, Alex e Berto stanno già parlando con gli altri. Il capoclasse (Alex) dice: “Ieri sera io e Berto abbiamo visto un supereroe!” Al che Berto aggiunge: “Già!” Alex prosegue, concitato: “Vi dico che in città è arrivato un nuovo supereroe, e si chiama Super Mocio!” Berto aggiunge: “Già!” Un loro compagno gli chiede: “Un altro? Ma non bastavano già Super Dixan, Capitan Dash e Mastro Lindo?” Berto si volta interrogativo verso il capoclasse e gli domanda: “Già?” Al che Alex risponde: “Ma no, vi dico che questo è diverso: è alto, bello, muscoloso e combatte i criminali.” Al che Berto aggiunge, nuovamente sicuro: “Già!” Futuro pensa: “Wow, non mi hanno proprio riconosciuto e inoltre mi stimano… anzi: loro non stimano Futuro, cioè Goffredo, ma Super Mocio! Oh, shit!” Infatti Alex guarda negli occhi Futuro e gli fa: “E tu cos’hai da guardare, sfigato?” Berto aggiunge: “Già, sfigato!” Futuro abbassa le orecchie e va a sedersi sul solito water. Rannicchiato lì, pensa: “Dunque… ricapitoliamo tutte le mie identità. Ne ho una bella, Futuro, ma non posso usarla. Poi c’è la seconda, Goffredo Porcello, che fa schifo ma è quella che devo usare. C’è la terza, Super Mocio, che nonostante il nome schifoso piace alla gente ma non posso usarla: non posso rinunciare ad un’ottima identità da supereroe per assumerne una orribile! E infine c’è la quarta identità, Sfigato, che è come mi chiamano i miei compagni di classe ed è la peggiore di tutte. Oh, shit!”

    Un’ora dopo entra in classe il professore e comincia a distribuire i temi. Futuro è tutto contento, perché pensa che questo momento segnerà il suo ingresso ufficiale nel mondo dei compagni di classe. Ma la sua felicità muta presto in incredulità e disperazione quando si accorge che anche questa volta il professore ha lasciato il suo tema per ultimo. “Porcello!” barrisce il professore, e il povero ragazzo si alza mesto mesto e va a posizionarsi a fianco della cattedra. “Porcodiquà, porcodilà! – continua il professore – Mi prendi in giro, eh?” Futuro dà quella che ai suoi super occhi appare un’ottima quanto veritiera risposta, ma che purtroppo al prof. suona come un ulteriore presa per i fondelli: “No.” “PORCODISU’, PORCODIGIU’!!! - prosegue irato il docente – Nell’ultimo tema hai preso 2, e ora hai fatto un tema da 10! C’è una sola spiegazione: hai copiato dal libro anche questa volta! Ora ti prendi uno ZEEROOO!” al che Futuro alza la testa al soffitto e guaisce: “Ohh, shiiiiit!” e il professore, indicando la porta: “FUOOORIII!” Futuro va in bagno e si siede sul solito water. Rannicchiato lì, pensa: “Riassumiamo:… MAVACAGARE!”

    Ricreazione: i ragazzi sono come al solito tutti al bagno. Appena Futuro vi entra viene accolto da un coro di “Sfigato!”, “Sfigato!”, “Già, sfigato!” Solo un ragazzo non partecipa alla lapidazione verbale, ma anzi si avvicina a Futuro, il quale pensa: “Ma allora c’è qualcuno dalla mia parte, qualcuno che mi considera…” ma il ragazzo gli domanda: “Hai un euro da prestarmi, che mi compero una brioche?” Futuro pensa, super rapidamente: “Oh, shit! Speravo tanto in un gesto di amicizia, e invece vuole solo dei soldi. Ma non perdiamoci d’animo: cerchiamo di sfruttare questa occasione per inserirmi nel gruppo. Dunque… ieri mi hanno odiato perché gli ho offerto le brioche, quindi oggi devo cambiare completamente tattica” “No, non te lo presto.” è la brillante risposta di Futuro. Ma il ragazzo lo attacca: “Ieri ci hai sventolato in faccia i tuoi soldi, e ora che ne ho bisogno non mi presti un euro? Pezzo di shit!” “Pezzo di shit!”, “Pezzo di shit!”, “Già, pezzo di shit!” è il coro che ora avvolge Futuro. Suona la campanella e i ragazzi ritornano in classe. Solo Futuro rimane in bagno, con le spalle spioventi, le braccia lungo il corpo e la testa piegata verso il basso. Pensa: “Oh,… shit… shit… shit… shit…”

    Futuro torna in classe, e si siede al suo posto. Tiene la testa stretta tra le mani e i gomiti appoggiati sul banco. Inutile dirlo: sta pensando “… shit… shit… shit… shit… sono inutile, assolutamente inutile. Come ho fatto a sbagliare anche questa volta? Come diamine deve comportarsi un ragazzo per essere accettato dai suoi compagni e da questo dannato mondo?!” I suoi pensieri vengono però interrotti da un grido: “Fermi, state fermi o mi butto!” Futuro pensa: “Il mio super udito ha captato il grido disperato di una persona bisognosa di aiuto!” Poi si accorge che l’urlo proveniva da poco fuori le finestre della classe, e che anche tutti i suoi compagni di classe e il prof. lo hanno sentito. Futuro pensa, irritato: “Oh, shit! A che cosa serve che una persona lanci un grido d’aiuto disperato, se poi lo sentono cani e porci, e non solo i supereroi!” Si alza e si dirige verso le finestre, alle quali i suoi compagni e il prof. sono già affacciati. Stando alla finestra Futuro vede che, sul cornicione del palazzo posto sull’altro lato della strada rispetto alla scuola, un uomo vuole buttarsi nel vuoto per suicidarsi. Se lo facesse andrebbe a schiantarsi sull’asfalto, vicino alle due auto della polizia che sono già arrivate sul posto, attorniate dalla folla. Vicino all’uomo si trovano due poliziotti e una donna, probabilmente la moglie. L’uomo grida rivolto verso di loro: “Non avvicinatevi o mi butto: non vale la pena di vivere se non fanno più i Pokémon in prima serata!” Futuro si guarda le unghie e pensa: “Mi dispiace, figliuolo, ma hai scelto proprio un brutto momento per tentare il suicidio. L’unico supereroe che c’è nei paraggi sono io, e guarda caso sono ‘fuori servizio’. Eh già, proprio un brutto giorno per morire! … Ma a che diamine sto pensando: quell’uomo è in pericolo di vita e io devo subito precipitarmi a salvarlo! Devo solo fare in modo che i miei compagni e il prof. non mi scoprano… oh, shit!” L’ultimo “oh, shit!” è dovuto al fatto che esiste un solo modo per risolvere l’intricata situazione. Futuro è costretto quindi a dire: “Vado in bagno”, ma tanto nessuno lo ascolta, e a precipitarsi nello sgabuzzino delle bidelle, uscirne con in testa il mocio, in mano l’asta e sulle spalle uno strofinaccio, e a volare verso l’aspirante suicida. Intanto uno dei due poliziotti sta dicendo all’uomo: “Adesso fanno Lupin in prima serata, non ti piace Lupin?” E l’uomo urla: “Noo, io voglio i Pokémon!” In quel momento arriva Futuro che agguanta l’uomo e lo porta a terra, consegnandolo nelle mani dei poliziotti. Il ragazzo viene accolto da applausi e grida di gioia. Uno degli agenti domanda a Futuro: “Abbiamo bisogno del tuo nome per stendere il verbale: come ti chiami, ragazzo?” E Futuro: “Fut… cioè Goff… cioè Sfig… cioè volevo dire…” Alza un braccio al cielo e annuncia trionfale: “Super Mocio!” Ma quello che Futuro non aveva previsto è che il posto è pieno di giornalisti e fotografi che lo immortalano in quella posa e cominciano a fargli domande di ogni tipo: “Sei nuovo della città?”, “Vieni da un pianeta lontano?”, “Hai una Super Mocio Mobile?”, “Che shampoo usi, al Kiwi o alla Papaya?” Al che il ragazzo risponde impaurito: “Devo andare!” Futuro scappa da lì, si cambia e torna in classe; nessuno ha notato la sua assenza e stanno tutti parlando di quello che è successo. Alex dice: “È il mio supereroe preferito, è il mio supereroe preferito, è il mio supereroe preferito!” Berto risponde: “Già, già, già!”, mentre le compagne dicono: “Ooh, avete visto che figo?!”, “È un amooore!”, “Lo voglio subito!” Futuro allora pensa: “Dunque: tutti odiano Goffredo, e tutti adorano Super Mocio…” e poi esplode in un urlo: “Ooooh, shit!”